A usare per la prima volta il termine shoah è lo scrittore nonché editore di origine ucraina Yehuda Reznichenko. Conosciuto anche col nome di Yehuda Erez, lo studioso nasce nella città di Novomirgorod in Ucraina per poi migrare, nel 1923, nella Palestina mandataria. È il 1938, quando, da Gerusalemme, segnala – a mo’ di sentinella – col termine shoah, gli eventi persecutori che stanno colpendo gli ebrei in Europa.
Invece su ha-Arets (הארץ) del 4 settembre 1939, in uno stesso articolo della pagina 5 (di cui si possono visualizzare sotto i dettagli) si leggono assieme e il nome di Hitler, precisamente nel titolo, “La risposta negativa del governo di Hitler” *, e il termine shoah nel cuore invece dell’articolo: “quindi la responsabilità esclusiva di tutte le sofferenze e della distruzione che sta per divenire il destino di molte nazioni ora è nelle mani del Regno Unito.”*
* (traduzione dell'autrice)
Sul quotidiano Davar (דָּבָר) il termine shoah compare, nel 1940, per raccontare gli eventi senza precedenti che stanno capitando agli ebrei in Polonia.
Invece, stando alla definizione di olocausto del Resource Center dello Yad Vashem in Gerusalemme:
la parola ebraica shoah, che rimanda/allude a un vortice di distruzione, viene usata per la prima volta nel 1940 per indicare lo sterminio degli ebrei d’Europa, in un opuscolo pubblicato a Gerusalemme dalla Commissione di aiuto per gli ebrei di Polonia (United Aid Committee for the Jews in Poland). L’opuscolo[,] titolato Sho’at Yehudei Polin (L’olocausto degli ebrei di Polonia), includeva articoli e testimonianze sulla persecuzione degli ebrei dell’Europa dell’Est, iniziata con lo scoppio della Seconda Guerra mondiale nel settembre del 1939. I racconti erano stati scritti da [,] o erano frutto del dettato di ebrei[,] che avevano visto quanto stava succedendo ed erano scappati. [Tra questi vi erano] alcuni eminenti leader ebrei polacchi.
Nella primavera del 1942 lo storico Ben-Zion Dinur adotta la parola shoah per indicare lo sterminio degli ebrei d’Europa. Il termine, che traduce con “catastrofe”, serve a palesare l’unicum e quindi la differenza del genocidio ebraico rispetto agli altri genocidi. Sempre più ebrei, in Palestina, iniziano ad adottare il termine shoah per descrivere la distruzione della comunità ebraica in Europa.
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Negli anni successivi al secondo conflitto mondiale, ebrei che parlano la lingua yiddish [yiddish[o]foni] e sopravvissuti alla persecuzione nazista denominano lo sterminio Ḥurban (“Distruzione”) [. Si tratta della stessa] parola usata per connotare la distruzione del primo tempio in Gerusalemme ad opera dei babilonesi nel 586 a.C e quella del secondo tempio ad opera dei romani nel 70 d.C.
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