Il percorso prosegue con il saggio L'inferno mazdaico: terrifico e transeunte, di Simone Cristoforetti, tratto dal volume Inferni temporanei. Visioni dell'aldilà dall'estremo Oriente all'estremo Occidente (2011), disponibile per sola consultazione (riproduzione vietata) sul portale ARCA dell'Università Ca' Foscari di Venezia.

 

Pretendere di parlare di concezioni mazdaiche tout court implicherebbe fare riferimento a implausibili punti fermi di un lunghissimo e complesso processo di elaborazione, di modificazione, di contaminazione, di reinterpretazione che, a partire quantomeno dai “salmi” avestici attribuiti a Zoroastro, meglio noti come Gāthā 1, si può considerare sostanzialmente compiuto entro il IX secolo d.C., in piena età islamica, con la redazione di testi dottrinari in lingua mediopersiana. La ricostruzione storica di un tale processo è irta di difficoltà di ogni genere (non ultime le incertezze filologiche che ne accompagnano il dipanarsi) ed è ben lungi dall’essere confortata dall’accordo degli specialisti anche – se non soprattutto – quanto alle sue linee fondamentali e ai problemi di cronologia.

 

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