La religione a scuola: nei programmi di altre materie e quindi nei manuali?

Uno degli strumenti cardine della formazione scolastica sono i manuali. Una lettura critica di questi può fornire dati interessanti su potenzialità, approcci, prospettive, limiti, sulle lacune che, in fatto di apprendimento, caratterizzano il percorso educativo offerto a chi frequenta la scuola italiana. Tra le pagine dei manuali passano condizionamenti culturali, ideologici e politici, in quanto uno degli strumenti di costruzione dell’identità politica e sociale di un paese. Come abbiamo scritto nel contributo sul Rapporto sull’analfabetismo religioso

 

da alcuni decenni vi è una discreta attenzione sull’insegnamento relativo alle religioni, sulla didattica e in particolare sui manuali in uso. Tuttavia, non sono molti gli studiosi che si sono occupati della didattica della storia delle religioni/dei fatti religiosi nei manuali scolastici. Dopo alcuni studi e convegni negli anni Settanta e dopo decenni di silenzio e inattività nel campo della manualistica e della storia delle religioni/storia religiosa, una ricerca transnazionale condotta presso il Georg Eckert Institut di Braunschweig ha prodotto i primi risultati relativi all’analisi delle presentazioni stereotipe dell’islam nei manuali di storia di Germania, Austria, Francia, Spagna e Inghilterra: No Chance of Belonging? Islam and Modern Europe Remain Segregated in European Textbooks1

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Come si legge in I manuali di storia giudicati:

 

I libri di storia destinati alla scuola sono chiamati manuali quando li consideriamo come una sintesi o un repertorio delle conoscenze accreditate, generalmente riconosciute dagli studiosi; vengono poi chiamati «libri di testo» quando li consideriamo in rapporto alla procedura di adozione; li possiamo definire «libri per l’insegnamento» o didattici quando pensiamo ai caratteri specifici che possiedono rispetto alle esposizioni che gli studiosi fanno delle loro ricerche originali2

 2 in l. Gualtiero, G. Melandri, F. Monducci, M.P. Morando, D. Pizzotti, G. Ricci, M. Sarti, C. Venturoli e P. Zagatti, (a cura di), C’è manuale e manuale, Viterbo 2010, p. 11: