Aldo Tollini, Dōgen e la Via del Buddha, in Luca Capponcelli, Diego Cucinelli, Chiara Ghidini, Matilde Mastrangelo, Rolando Minuti (eds.) Il dono dell’airone. Scritti in onore di Ikuko Sagiyama, Firenze, Firenze University Press, 2024, pp. 357-367.
La pratica del buddismo Zen è fondamentalmente intesa come un percorso rigoroso che comprende pratica immersiva, studio accademico e la realizzazione della perfezione spirituale, solitamente sotto la guida di un maestro. Gli insegnamenti di Dōgen sottolineano fortemente che raggiungere l'illuminazione richiede una stretta aderenza alla condotta morale, inclusa l'osservanza dei precetti e il distacco dagli attaccamenti mondani. Il saggio a cui si rimanda, mette in luce il significato del termine butsudō, «la Via del Buddha», nella concezione del maestro Zen Sōtō giapponese.
In questo saggio intendo fare alcune considerazioni circa l’espressione che il maestro zen Dōgen Kigen (1200-1253) utilizza spesso nei suoi scritti, butsudō, cioè «la Via del Buddha».Sebbene già nei testi di Kūkai (774-835) e di Saichō (767-822) si possa trovare il termine butsudō, cioè la Via che una scuola buddhista insegna per perseguire l’illuminazione, è tuttavia con il maestro Dōgen che questo termine inizia a essere usato in Giappone in modo sistematico per significare che il Buddhismo è una Via che conduce, o può condurre, alla realizzazione spirituale, cioè all’illuminazione o satori.
Nello Shōbōgenzō («Tesoro dell’occhio della vera Legge») le parole butsudō e bukkyō o «Via del Buddha» e «insegnamento del Buddha» o Buddhismo sono usate in modi diversi e la seconda è molto meno frequente. In ogni caso, la prima è considerata l’attuazione della seconda e quindi il suo significato implica la partecipazione attiva del praticante in vista del perfezionamento spirituale attraverso la realizzazione degli insegnamenti che la seconda propone.
Continua a leggere su media.fupress.com...